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OpenAI e copyright: Alec Radford citato in giudizio

Alec Radford, ex-ricercatore chiave di OpenAI, è stato citato in giudizio in un caso di copyright che coinvolge l’azienda. Secondo un documento presentato alla Corte Distrettuale della California del Nord, Radford ha ricevuto una citazione il 25 febbraio. Il ricercatore, noto per il suo contributo alla creazione dei modelli GPT, ha lasciato OpenAI lo scorso anno per dedicarsi a ricerche indipendenti. Il suo lavoro ha avuto un impatto significativo sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa, rendendolo una figura centrale nel settore
Le accuse contro OpenAI nel caso di copyright
Il caso, denominato re OpenAI ChatGPT Litigation, è stato avviato da autori come Paul Tremblay, Sarah Silverman e Michael Chabon. Gli scrittori accusano OpenAI di aver utilizzato le loro opere senza autorizzazione per addestrare i modelli di intelligenza artificiale, violando così il copyright. Sostengono inoltre che ChatGPT riproduca parti significative dei loro testi senza attribuzione. La questione solleva interrogativi più ampi sul rapporto tra intelligenza artificiale e diritto d’autore, un tema sempre più discusso con la diffusione di modelli avanzati.
La difesa di OpenAI e la posizione della Corte
OpenAI ha respinto le accuse, affermando che l’uso di dati protetti da copyright per l’addestramento dei suoi modelli rientra nel principio del fair use. Lo scorso anno, la Corte ha respinto due delle accuse mosse contro l’azienda, ma ha consentito di procedere con quella relativa alla violazione diretta del copyright. Questo aspetto è ora al centro della controversia legale, che potrebbe avere implicazioni importanti per il settore dell’IA e per l’uso di contenuti protetti nei processi di addestramento.
Altri ex-dipendenti coinvolti nella disputa
Alec Radford non è l’unico ex-OpenAI coinvolto nella causa. Gli avvocati degli autori hanno chiesto anche la deposizione di Dario Amodei e Benjamin Mann, entrambi ex-ricercatori di OpenAI che hanno poi fondato la startup Anthropic. Tuttavia, i due stanno cercando di opporsi alla richiesta, definendola eccessivamente onerosa. La battaglia legale intorno a OpenAI e alla protezione del copyright è quindi destinata a proseguire, con possibili sviluppi nei prossimi mesi.