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La Cina impone etichette per i contenuti AI

La Cina ha annunciato nuove regole che impongono l’obbligo di etichettare tutti i contenuti generati dall’intelligenza artificiale. La normativa, guidata dalla Cyberspace Administration of China (CAC), prevede che ogni materiale sintetico sia identificato tramite descrizioni esplicite o metadati. L’obiettivo è ridurre la diffusione di disinformazione e responsabilizzare i fornitori di servizi online.
Un tentativo di regolamentazione globale
Questa mossa segue il percorso già tracciato dall’Unione Europea con l’AI Act, il primo quadro normativo per l’IA approvato nel 2023. Anche in Europa, le piattaforme digitali devono segnalare contenuti generati artificialmente. La Cina punta a un controllo ancora più stretto, coinvolgendo non solo le aziende tecnologiche ma anche gli utenti, che saranno obbligati a dichiarare quando pubblicano materiale creato con l’IA.
Difficoltà di applicazione e precedenti fallimenti
L’efficacia di queste regolamentazioni è però in discussione. In passato, iniziative simili sono fallite: Meta aveva introdotto un’etichetta “Made with AI” su Facebook, Instagram e Threads, ma il sistema ha erroneamente etichettato anche foto reali. Inoltre, la diffusione massiccia di contenuti AI di bassa qualità sta soffocando molte piattaforme, come dimostrato dal caso Pinterest, invaso da immagini generate dall’IA.
Il futuro dell’intelligenza artificiale regolamentata
Mentre alcuni governi cercano di frenare l’abuso della tecnologia, altri ne incentivano l’uso. Negli Stati Uniti, l’amministrazione Biden aveva introdotto norme per limitare l’uso improprio dell’IA, ma il successore Donald Trump ha eliminato tali regolamenti, incoraggiando invece l’adozione dell’IA nelle agenzie federali. Con l’intelligenza artificiale sempre più diffusa, il dibattito su come gestirla è appena iniziato.