Hera: la missione ESA per la difesa planetaria in viaggio verso l’asteroide deviato Dimorphos

La missione Hera dell’ESA ha ufficialmente lasciato la Terra, segnando una pietra miliare per la difesa planetaria. Questa navicella spaziale si sta dirigendo verso un obiettivo unico: il sistema binario di asteroidi Didymos-Dimorphos, dove la NASA ha dimostrato per la prima volta la tecnica dell’impatto cinetico con la missione DART. L’obiettivo finale di Hera è raccogliere dati cruciali per comprendere meglio come proteggere la Terra da eventuali minacce provenienti dallo spazio.

L’importanza di Hera per la difesa planetaria

Hera è parte di una collaborazione internazionale volta a sviluppare tecniche per deviare asteroidi che potrebbero rappresentare un rischio per la Terra. Il focus principale è Dimorphos, una piccola luna che orbita attorno all’asteroide Didymos, la cui orbita è stata alterata con successo dalla missione DART nel settembre 2022.

L’impatto della sonda DART ha dimostrato che la deviazione di un asteroide è possibile, ma molte domande rimangono ancora senza risposta. Hera è stata progettata per raccogliere dati che ci permetteranno di comprendere meglio come funziona l’impatto cinetico. Questa missione è un passo fondamentale verso la trasformazione degli impatti di asteroidi da catastrofi naturali potenzialmente devastanti a eventi completamente evitabili.

Sistema Didymos-Dimorphos

Il sistema Didymos-Dimorphos è un asteroide binario, composto da due corpi celesti che orbitano l’uno attorno all’altro. Didymos, il corpo principale, è molto più grande di Dimorphos, che è stato il bersaglio della missione DART.

Queste informazioni sono cruciali per migliorare la comprensione della tecnica di difesa planetaria basata sull’impatto cinetico e renderla più affidabile per eventuali future minacce.

Innovazioni tecnologiche di Hera

Hera non si limiterà a raccogliere dati sul sistema Didymos-Dimorphos, ma sperimenterà anche nuove tecnologie in condizioni di spazio profondo. A bordo ci sono due CubeSats, piccoli satelliti delle dimensioni di una scatola da scarpe, che condurranno missioni scientifiche avanzate:

  • Milani CubeSat: studierà la composizione minerale dell’asteroide e la polvere che lo circonda.
  • Juventas CubeSat: eseguirà il primo sondaggio radar mai realizzato del sottosuolo di un asteroide, offrendo nuove informazioni sulla sua struttura interna.

Hera testerà anche un sistema di navigazione autonoma attorno agli asteroidi, utilizzando tecnologie avanzate di tracciamento visivo.

Collaborazione internazionale per la sicurezza del pianeta

Il programma di sicurezza spaziale dell’ESA è il contesto più ampio in cui si inserisce la missione Hera, che coinvolge più di 100 aziende e istituti da 18 Stati Membri dell’ESA. La collaborazione tra ESA e NASA, oltre ad altre agenzie internazionali, è un esempio della crescente cooperazione globale per affrontare le minacce provenienti dallo spazio.

Il successo di Hera potrebbe trasformare il modo in cui l’umanità si prepara e risponde agli asteroidi pericolosi. Se venisse identificato un corpo celeste in rotta di collisione con la Terra, i dati raccolti da Hera e missioni simili potrebbero essere determinanti per deviarlo in tempo.

Un futuro di difesa planetaria affidabile

La missione Hera rappresenta solo il secondo capitolo di una lunga storia di esplorazione spaziale volta a proteggere la Terra. Come spiega Patrick Michel, Direttore della Ricerca presso il CNR: “L’impatto di DART è stato come il primo episodio di un’avventura cosmica: un lampo spettacolare visto attraverso lo spazio che ha lasciato agli scienziati la domanda: cosa è successo dopo?”.

Una volta completata, Hera farà sì che il sistema Didymos-Dimorphos diventi il sistema di asteroidi meglio studiato della storia. Le informazioni raccolte non solo ci aiuteranno a prevenire futuri impatti di asteroidi, ma contribuiranno anche alla comprensione più ampia di come si formano e si evolvono i corpi celesti nel nostro sistema solare.